2022/23
Architetti/e fuori dalle classi
EMOZIONI DALLA CITTÁ
“Una buona immagine ambientale dà a chi la possiede un importante senso di sicurezza emotiva gli consente di stabilire fra sé e il mondo circostante una relazione armoniosa. In effetti, un ambiente distintivo e leggibile, non solo offre sicurezza, ma amplia la profondità e l’intensità dell’esperienza umana.“
Kevin Lynch, The image of the city, 1960
DATI PRESENZE
scuole
classi
studenti/esse
architetti/e
ARCHITETTI/E
Mario Beltrame, Patrizia Berera, Massimo Bernardelli, Valentina Carrara, Karim Cattaneo, Angela Ceresoli, Gianluca Erroi, Armida Forlani, Ivana Lacagnina, Alessandra Morri, Gabrio Rossi, Elisabetta Salvadori
GRUPPO DI COORDINAMENTO
Patrizia Berera, Angela Ceresoli, Armida Forlani, Elisabetta Salvadori
TEMA
La città emoziona, soprattutto quando, attraverso i 5 sensi, ci poniamo in pieno ascolto; quando attraversiamo uno spazio, sia esso noto o sconosciuto, siamo infatti sollecitati da numerosi stimoli che suscitano in noi sensazioni e ricordi: curiosità o repulsione, nostalgia o stupore, insicurezza, serenità ….
Attraverso l’elaborazione delle mappe emozionali proviamo a dare una rappresentazione grafica di tutti questi sentimenti e percezioni, tentando poi di decifrare gli elementi, oggettivi o soggettivi, grazie ai quali determinati luoghi o configurazioni spaziali agiscono – in senso positivo o negativo – sul nostro stato d’animo, con l’obiettivo finale di valorizzarli e la grande ambizione di moltiplicare i luoghi felici nella nostra città.
Per farlo dobbiamo innanzitutto sforzarci di comprendere queste emozioni, annotarle sinteticamente, descriverle compiutamente e confrontarle con quelle dei compagni in una discussa analisi che non può che suscitare degli interrogativi: tutti proviamo le stesse emozioni in determinati luoghi? Da dove nascono certe percezioni? Dal carattere intrinseco dei luoghi o dalla nostra sensibilità? Dalle sole attività che vi si svolgono o giocano un ruolo anche i nostri ricordi? E che dire dei racconti dei nostri nonni? E chi ha radici altrove o chi è privato di uno dei cinque sensi li percepisce diversamente? queste e molte altre le riflessioni.
La sovrapposizione delle nostre soggettive mappe emozionali può poi generare un atlante delle emozioni grazie a un nuovo modo di concepire la cartografia che pone al centro l’io (noi) e le sue percezioni, coinvolgendo numerose discipline: l’architettura, l’urbanistica, la storia dell’arte, la tradizione dei saperi, la psicologia, la sociologia e la geografia.
L’edizione si caratterizza per la sperimentazione di un nuovo format condotto nel comune di Ciserano, in stretta collaborazione con la pubblica amministrazione e con gli estensori del PGT, indirizzato alla fascia di età degli studenti della scuola secondaria di primo grado e più incentrato sulla scala urbanistica; questo impegnativo progetto ha assorbito buona parte delle energie profuse nel corso dell’edizione, benché non siano mancate le collaborazioni con le classi V delle scuole primarie del capoluogo all’interno del consueto percorso “A scuola di cittadinanza”, meno numerose degli altri anni poiché impegnate nelle molteplici opportunità e progetti offerti da “BergamoBrescia capitale italiana della cultura 2023”.
ESITI
L’esperimento di mettere in gioco le emozioni nel processo di lettura degli spazi urbani non è stato semplice nell’ideazione, né tanto meno immediato nell’applicazione. Già risulta difficile per dei ragazzi pressoché digiuni di certi strumenti interpretativi l’approcciarsi attraverso una lettura più tradizionale ai temi dell’urbanistica; farlo buttando in campo anche le loro emozioni, è stata una scommessa azzardata.
Eppure, il risultato ottenuto è stato molto positivo e la lettura offerta agli studenti inevitabilmente interdisciplinare, poiché ampio è l’ambito di indagine, pur nel breve tempo a nostra disposizione. Soprattutto i più piccoli, delle scuole primarie hanno saputo aprirsi e riempire di colori le proprie mappe, i colori delle emozioni. Hanno aggiunto descrizioni e riflessioni intime e commoventi, lasciandosi guidare dagli architetti/e attraverso i loro quartieri, presentandosi infine in consiglio comunale con idee e richieste ben precise, a cui hanno preteso puntuale risposta da parte degli assessori.
Un po’ più arduo far “sciogliere” i ragazzi delle scuole medie, che di emozioni già parlano di meno; ne è emersa una conoscenza iniziale del territorio abbastanza superficiale e disattenta, ma non disinteressata. Avanzando nella passeggiata urbana, si è notata una maggiore apertura all’osservazione e alla riflessione, oltre a una crescente propensione a raccontare aneddoti e condividere conoscenze inerenti i luoghi attraversati. I ragazzi sono stati attirati dalle targhe apposte ad alcuni edifici, si sono interrogati sui muri “storti” delle case vecchie, hanno notato il senso di accoglienza delle corti interne, la matrice rurale dell’abitato evidente negli edifici e nei nomi delle vie, i luoghi noiosi del silenzio dove bisogna solo ascoltare e il suono delle campane che scandisce il tempo, la vetrina dei misteri che incuriosisce quasi tutti e il negozio delle promesse disattese che è sempre chiuso quando si esce da scuola. Le loro emozioni sono ancora quasi totalmente legate alle attività che si svolgono dentro a determinati spazi: l’oratorio, la scuola, il kebabbaro!
Nell’esperienza offerta ai ragazzi/e da “Architetti/e fuori dalle Classi” questo “osservare emotivo” scaturisce dalla relazione con i luoghi attraverso passeggiate urbane in cui camminare guardando ciò che ci circonda costituisce un primo approccio consapevole allo spazio.